Marche tra colline e mare

Appena a Sud di Ancona si erge il solitario picco del Monte Conero le cui scoscese pendici scivolano verso il mare e le più belle spiagge di tutto il litorale del nord Adriatico. La Riviera del Conero, il tratto più caratteristico del litorale marchigiano, è ricco di baie

con spiagge bianchissime distese a ridosse del monte, a volte raggiungibili solo in barca o a piedi percorrendo sentieri nel verde del Parco del Conero che nel 1987 è stato dichiarato Parco Regionale. Suggestive sono le località turistiche di Portonovo, Sirolo e Numana.

Appena a Sud di Ancona si erge il solitario picco del Monte Conero le cui scoscese pendici scivolano verso il mare e le più belle spiagge di tutto il litorale del nord Adriatico. La Riviera del Conero, il tratto più caratteristico del litorale marchigiano, è ricco di baie con spiagge bianchissime distese a ridosse del monte, a volte raggiungibili solo in barca o a piedi percorrendo sentieri nel verde del Parco del Conero che nel 1987 è stato dichiarato Parco Regionale. Suggestive sono le località turistiche di Portonovo, Sirolo e Numana.

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Nelle Marche preponderante è il territorio collinare che si adagia dai monti dell’Appennino verso il mare, ai lati delle tredici valli che attraversano trasversalmente la regione. La collina, di medio impasto o sciolta, riparata dai venti del mare, favorita dalla luminosità e dal calore del sole, è particolarmente vocata per la vite. Per questo le varietà di vite coltivate hanno dato lustro, fin da epoca lontana, alla produzione regionale. In questi ultimi decenni la fisionomia dei vigneti marchigiani è cambiata moltissimo; è sparita dal paesaggio la vite sorretta all’albero o la pergola intorno

alla casa o nell’orto per lasciare spazio ai nuovi e più razionali sistemi di allevamento, quasi interamente verticali, a doppio arco. Oggi le Marche producono mediamente tra i due e i tre milioni di ettolitri di vino ogni anno, con i bianchi che coprono il 60-70% della produzione. La produzione che rientra nella DOC è consistente, con medie che superano quelle nazionali. Ben percepibile è la linea di costante evoluzione qualitativa del vino marchigiano in atto ormai da anni, accompagnata, nella maggior parte dei casi, da una accorta ed onesta politica dei prezzi.

Nelle Marche preponderante è il territorio collinare che si adagia dai monti dell’Appennino verso il mare, ai lati delle tredici valli che attraversano trasversalmente la regione. La collina, di medio impasto o sciolta, riparata dai venti del mare, favorita dalla luminosità e dal calore del sole, è particolarmente vocata per la vite. Per questo le varietà di vite coltivate hanno dato lustro, fin da epoca lontana, alla produzione regionale. In questi ultimi decenni la fisionomia dei vigneti marchigiani è cambiata moltissimo; è sparita dal paesaggio la vite sorretta all’albero o la pergola intorno alla casa o nell’orto per lasciare spazio ai nuovi e più razionali sistemi di allevamento, quasi interamente verticali, a doppio arco.

Oggi le Marche producono mediamente tra i due e i tre milioni di ettolitri di vino ogni anno, con i bianchi che coprono il 60-70% della produzione. La produzione che rientra nella DOC è consistente, con medie che superano quelle nazionali. Ben percepibile è la linea di costante evoluzione qualitativa del vino marchigiano in atto ormai da anni, accompagnata, nella maggior parte dei casi, da una accorta ed onesta politica dei prezzi.

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